Cause
Le cause che provocano questo difetto nei neonati non sono del tutto note, ma sicuramente un ruolo decisamente importante è svolto dall’ereditarietà poiché è stato riscontrato che in almeno il 20% dei casi esiste un altro soggetto nella famiglia con la stessa patologia, e negli altri casi, la schisi può derivare anche da una combinazione tra fattori ereditari e ambientali come potrebbe essere l’eccessivo fumo, alcol e infezioni virali, che si verificano nei primi due mesi gravidanza, e cioè proprio nel periodo in cui avviene la saldatura del palato del feto.
Come si opera
Questo intervento mira a richiudere la schisi di labbro, naso, palato e gengive, dunque sono previsti per le labiopalatoschisi ,complete o parziali, mono e bilaterali. La riparazione viene effettuata in genere in due fasi successive. A seconda dell’entità e ampiezza della schisi vengono applicati nell’intervento due procedimenti differenti.
- Nelle molteplici tipologie di labiopalatoschisi, ampie o bilaterali, all’incirca durante i primi tre-sei mesi di vita, quando il bimbo ha stabilizzato il suo peso, dopo una serie di controlli mirati a trovare eventuali altre problematiche riguardante la salute, in anestesia totale è sottoposto a intervento di correzione del labbro e del naso e di chiusura del palato molle.
- Nei casi in cui non si è intervenuti sul palato duro, si deve ricorrere a un secondo intervento, all’ incirca tra i 18-36 mesi: si riparano il palato duro e l’alveolo (gengivoalveoplastica), senza la necessità di un ulteriore intervento di innesto osseo. L’intervento viene sempre condotto in anestesia generale senza particolari complicazioni e la durata di questo intervento e all’incirca di un paio di ore.
- Per quello che riguarda i casi unilaterali non eccessivamente ampi è possibile in contemporanea operare anche il palato duro. La zona ove cresceranno i denti chiamata ’’alveolo’’, sarà chiuso all’incirca all’età di sei-otto anni con un innesto osseo prelevato (solitamente dall’anca) dallo stesso paziente con un intervento in anestesia della durata di un paio d’ore.
- All’età di circa quattro-cinque anni, in una quantità ridotta di casi, sotto indicazione specifica del logopedista potrebbe essere necessario un ulteriore intervento mirato al miglioramento della fonazione. Correzioni successive del naso, del labbro, del setto nasale e di un possibile iposviluppo mascellare possono essere doverose in epoca prescolare (nel caso in cui le malformazioni risultino particolarmente rilevanti) o quando il bambino avrà superato la pubertà.
Il post operatorio
Trattandosi di bimbi di pochi mesi, è un po’ più complicato ma nonostante ciò il dolore è facilmente gestibile grazie agli antidolorifici oggi in commercio. Un aspetto molto importante di questa fase è decisamente l’alimentazione durante i primi giorni dopo l’intervento, ma nella maggior parte dei casi trattandosi di neonati è un problema irrisorio.
L’unica difficoltà che si andrà realmente subito dopo l’avvenuto intervento sarà quella di evitare che il bimbo danneggi la parte operata e perciò a volte si deve ricorrere al bloccaggio delle braccia del neonato. Trattandosi in buona parte di mucose, e per ciò sempre umide, il processo di guarigione, risulta un po’ prolungato e può variare, estendendosi anche a diverse settimane.
Se il piccolo paziente è seguito con particolare attenzione durante la crescita (specialmente dell’ortodontista) e la terapia è iniziata subito nei primi periodi di vita si ottengono oggi risultati veramente sorprendenti, che eliminano completamente la malformazione e i suoi segni, così da permettere al paziente di trascorrere una vita più che normale sotto tutti i punti di vista..
Aggiornato: 27.05.2024